Bindl vs Commissione Europea (T-354/22)
Un crocevia per la cittadinanza digitale europea?
DOI:
https://doi.org/10.6092/issn.1825-1927/22301Parole chiave:
cittadinanza digitale, Trattamento dei dati personali, protezione dei dati personali, Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea, data subjectAbstract
Nella prima sentenza del 2025 il Tribunale dell’UE si è pronunciato (in composizione ampliata) sul caso Bindl v. Commissione Europea (T-354/22)1, la cui rilevanza emergerà certamente solo col passare del tempo, ma che può già segnalarsi quale importante crocevia per la costruzione della cittadinanza digitale europea, non solo per il suo statuto inaugurale – trattandosi della prima decisione del 2025, proclamato dal Consiglio d’Europa anno europeo dell’educazione alla cittadinanza digitale. Il Tribunale ha condannato la Commissione per non aver rispettato le condizioni per il trasferimento di dati personali verso paesi terzi, pur respingendo altre richieste del ricorrente. La sentenza si inserisce nel filone giurisprudenziale della Corte di Giustizia sulla protezione dei dati, che delinea lo sviluppo della cittadinanza digitale europea. Nonostante alcuni aspetti critici, la pronuncia conferma l'importanza dei diritti fondamentali del cittadino digitale europeo sanciti dalla Carta dei Diritti Fondamentali dell'UE, facendo emergere la figura del cittadino digitale che rivendica attivamente i propri diritti come distinta dal "data subject".
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