i-lex
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<p><strong>i-lex – Rivista di Scienze Giuridiche, Scienze Cognitive e Intelligenza Artificiale – ISSN 1825-1927</strong> è una rivista scientifica ad accesso aperto che intende attirare l'interesse degli studiosi di informatica giuridica in senso stretto, intelligenza artificiale, robotica, machine learning e scienze cognitive applicate alle scienze giuridiche, in continuo dialogo anche con le altre scienze, preferendo una metodologia empirica e computazionale.</p>Dipartimento di Scienze Giuridiche – Alma Mater Studiorum – Università di Bolognait-ITi-lex1825-1927L’Informatica Giuridica dall’IDG all’IGSG attraverso l’ITTIG
https://i-lex.unibo.it/article/view/17202
<p>Il contributo descrive il percorso dell’Informatica Giuridica attraverso tre fasi: la prima della transizione dall'informatica giuridica classica a quella cd.reziaria nel senso della Rete e delle Reti neurali (anni’90), la seconda del passaggio dall’Intelligenza Artificiale logico-simbolica a quella biologico-subsimbolica e dell'esplosione del quid iuris (2000-2016) e la terza della regolazione europea dell’Intelligenza Artificiale e del salto verso la “coscienza artificiale?” (2017-2022). </p>Giancarlo Taddei Elmi
Copyright (c) 2023 Giancarlo Taddei Elmi
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2023-07-312023-07-3116111610.6092/issn.1825-1927/17202Implicazioni dell'intelligenza artificiale nel campo del diritto: strumento di prevenzione del crimine
https://i-lex.unibo.it/article/view/17200
<p>L'avvento delle tecnologie digitali ha modificato profondamente la logica del sistema, generando una rivoluzione culturale e incidendo anche sui principi del diritto. L'indagine si concentra sull'utilizzo dell'IA come strumento di prevenzione della criminalità: vengono evidenziate le attività delle forze dell'ordine dove vengono utilizzati software di predictive policing, che sfruttando la ricchezza di informazioni offerte da innumerevoli quantità di dati per fornire output utili alla prevenzione della criminalità. La questione centrale è identificare la compatibilità di questi sistemi con la tutela del diritto alla privacy e la protezione dei dati personali.</p>Alba Maria Gallo
Copyright (c) 2023 Alba Maria Gallo
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2023-07-312023-07-31161172510.6092/issn.1825-1927/17200Legal Design e Intelligenza Artificiale
https://i-lex.unibo.it/article/view/17198
<p>Il Legal Design e l’intelligenza artificiale sono strumenti al servizio del diritto che hanno l’intrinseca capacità di massimizzarne comprensibilità, usabilità – e quindi accessibilità – ed efficienza. Il Legal Design è un approccio progettuale che mira a rendere il diritto più comprensibile e accessibile per gli utenti, attraverso la semplificazione della lingua, la creazione di interfacce utente intuitive e la progettazione di processi giuridici user-centered. La tradizionale dimensione del diritto, spesso visto come complesso e poco accessibile per i non addetti ai lavori, si evolve in una più semplice, intuitiva in cui il testo normativo diventa “user–friendly”. L'Intelligenza Artificiale è un insieme di tecnologie che consentono ai sistemi di apprendere e prendere decisioni autonomamente, utilizzando algoritmi di apprendimento automatico e dati. L'IA viene utilizzata nel diritto per automatizzare la contrattualistica, la risoluzione delle controversie e la compliance normativa, attraverso l'analisi dei dati, la generazione automatica di documenti e la previsione dei risultati dei casi legali. Legal design e IA possono migliorare l'efficienza e l'accuratezza nei processi giuridici, pur presentando la seconda anche sfide etiche e legali, soprattutto con riferimento alla trasparenza nella decisione e ai profili di “responsabilità” dei sistemi. Le implicazioni pratiche sono molteplici, basti pensare ad un software di intelligenza artificiale capace, grazie ad algoritmi di autoapprendimento e deep learning, di generare un contratto semplificato che utilizzi un linguaggio comprensibile e una grafica accattivante, in modo che sia più facile per i clienti comprendere i loro diritti e doveri. Due approcci che insieme possono rendere il diritto accessibile e la giustizia stessa efficiente.</p>Cristina D’Onofrio
Copyright (c) 2023 Cristina D’Onofrio
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2023-07-312023-07-31161263610.6092/issn.1825-1927/17198La Natura Transnazionale della Digital Evidence tra Richiesta di Cooperazione e Pretese di Sovranità
https://i-lex.unibo.it/article/view/17201
<p>L'evoluzione tecnologica porta con sé due conseguenze negative: l'emersione di nuovi crimini informatici e l'aumento esponenziale di crimini comuni commessi attraverso l'uso degli strumenti informatici. L'obiettivo della ricerca è stato quello di comprendere come anche il tema della cooperazione giudiziaria in materia penale possa trarre beneficio dalla recente apertura alla firma del Secondo Protocollo aggiuntivo alla Convenzione di Budapest: se gli Stati non sono capaci di accordarsi sulla previsione di norme processuali comuni ai fini dell'accertamento dei reati a carattere sovranazionale, secondo una logica federale che andrebbe perseguita, se non altro, a livello europeo, emerge però un difetto di fondo dell'assetto vigente. L'entrata in vigore della legge 18 marzo 2008, n. 48 ha rappresentato un fondamentale passo per l'adeguamento del sistema processual-penalistico italiano a standard condivisi, così come significativa è la circostanza che il Secondo Protocollo sia stato aperto alla firma sotto la presidenza italiana del Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa. Ad una prima lettura, appare evidente l'arricchimento dello strumentario messo a disposizione delle autorità giudiziarie nazionali – basti pensare alle nuove previsioni in materia di videoconferenza e squadre investigative comuni, di cui agli artt. 11 e 12 – che mira a fissare la cornice normativa in mancanza di altre e specifiche disposizioni tra le autorità chiamate ad operare. La vera sfida sarà capire se la Convenzione Cybercrime per la tempestività e lungimiranza con cui è stata redatta – abbracciando a tutto campo le esigenze di tutela penale sostanziale, di innovazione ed armonizzazione della disciplina processuale e degli strumenti di indagine, nonché di cooperazione internazionale – rappresenterà effettivamente un efficiente baluardo contro le più moderne forme di criminalità, da contrastare a livello sovranazionale, proprio alla luce del Secondo Protocollo addizionale.</p>Gaspare Dalia
Copyright (c) 2023 Gaspare Dalia
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2023-07-312023-07-31161374810.6092/issn.1825-1927/17201