L’informazione nelle investigazioni data driven
DOI:
https://doi.org/10.60923/issn.1825-1927/22088Parole chiave:
Data-driven, Hacking by Enforcement, A.i. act, Cyber Investigation, Future of cybersecurityAbstract
Questo elaborato esamina il ruolo crescente della sorveglianza pubblica nelle indagini preventive, con un focus sulla cyber-investigation e sulle tecnologie emergenti impiegate per monitorare soggetti a rischio criminale. Al centro della riflessione vi è la sorveglianza predittiva, basata sul metodo del linking crime, che identifica hotspot criminali attraverso l’analisi dei movimenti di individui con precedenti penali. Una pratica che, pur rafforzando l’azione preventiva, solleva rilevanti criticità in tema di privacy, diritti umani e reinserimento sociale.
Viene proposta una rassegna critica dei principali approcci teorici alla sorveglianza contemporanea – remissivo, costruttivo e conservatore – e analizzato l’impatto della svolta tecnologica che ha trasformato il controllo mirato in sorveglianza di massa. In questo scenario, le indagini data-driven emergono come strumenti più selettivi e potenzialmente più rispettosi dei diritti individuali rispetto ai metodi predittivi tradizionali.
La metodologia adottata è di tipo interdisciplinare e si colloca nel campo dell’informatica giuridica e forense. Essa si basa su un’analisi documentale e comparata delle fonti giuridiche (nazionali e sovranazionali), dei regolamenti europei in materia di cybersecurity e protezione dei dati, delle prassi operative delle forze dell’ordine e delle più recenti pubblicazioni accademiche nei settori della filosofia del diritto, dell’intelligenza artificiale e della digital forensics. Lo studio coniuga riflessioni teoriche e tecniche, proponendo un bilanciamento critico tra diritto alla sicurezza e diritto alla riservatezza, con particolare riferimento all’articolo 8 della CEDU e alla Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea.
In risposta alla crescente diffusione della criminalità informatica e alle attività di gruppi di hacker organizzati, il paper mette in luce il ruolo strategico della cybersecurity come infrastruttura abilitante nelle indagini digitali. In conclusione, si propone un modello di sorveglianza fondato sull’equilibrio tra esigenze investigative e diritti civili, che promuova un uso etico, regolamentato e proporzionato delle tecnologie nel contesto della giustizia penale contemporanea.
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